Il primo atto andato in scena è quello delle precedenti elezioni comunali. Ricordiamo benissimo che il simbolo politico o contrassegno di “Forza Italia” aveva perso molto appeal, date le vicende non edificanti dei suoi referenti nazionali e che a livello di “marketing” politico non era più spendibile. Graziano ed il suo sodale si sono inventati due liste civiche personalizzate (nella partita c’era anche il dr. Aristide Galasso) con i nomi ben evidenziati nel simbolo, mortificando in tal modo lo “Spirito Civico” che millantavano. Una volta vinto il ballottaggio fu incoronato in Piazza Porta Nova dal suo compare e capo di partito Armando Cusani (condannato in Appello ad un anno e tre mesi per un mega abuso edilizio quando era Sindaco di Sperlonga) del quale Graziano era Capogruppo in consiglio Provinciale. Ci dissero che si erano tolti uno sfizio a vincere le elezioni! Vediamo poi quanto ci costerà.
Altro “sfizio” se lo sono tolti con l’Architetto Lucia Gallucci contro la quale più volte avevano perso contenziosi in Tribunale. Più che uno sfizio in verità si trattava di togliersi uno sasso bello grosso dalla scarpa. Di fatto obbligano la funzionaria Gallucci ad andare in pensione, attivando con strana sollecitudine la procedura perché probabilmente quel “posto” serviva a dare concretezza alle “cambiali elettorali firmate” in precedenza. La norma prevede però che il funzionario abbia la facoltà, e non l’obbligo, di andare in pensione, per cui l’Arch. Gallucci giustamente ha attivato il contenzioso, stravincendo per l’ennesima volta, con tutte le spese, comprese quelle del risarcimento danni, a carico della collettività. Per l’Architetto Gallucci il comune di Minturno è diventato un bancomat!
Altro “sfizio” molto sottile è stato quello di prendere letteralmente per i fondelli i quattordici dipendenti comunali part-time a venti ore. Nel piano triennale del personale (documento allegato al bilancio di previsione) avevano previsto l’aumento delle ore. Ma li hanno illusi alla grande, perché erano consapevoli che bilancio non l’avrebbero mai approvato a causa delle continue liti sugli “affari” e soprattutto per il timore di rispondere in proprio dei danni economici devastanti rappresentati dai debiti fuori bilancio. A tal proposito è necessario informare la cittadinanza che il Commissario Strati ha riconosciuto già un milione e duecentomila euro di debiti fuori bilancio e che nell’assestamento ne riconoscerà quasi sicuramente altri ottocentomila, per un totale di circa 2 milioni di Euro, leggasi duemilionidieuro!
Successivamente il grande stratega ha presentato le dimissioni ferragostane, ufficialmente per motivi personali, ma non ci crede nessuno e stiamo ancora aspettando delle spiegazioni plausibili.
Siamo ai giorni nostri ed apprendiamo che quella parte politica ha il coraggio di riproporsi alle prossime elezioni di maggio 2016, per fare cosa? Ormai fra assunzioni alla RSA (dove il suo sodale la fa da padrone) e posti utili nella graduatoria della selezione dei trenta vigili a tempo determinato, hanno fatto tabula rasa!
Evidentemente l’opera non è ancora completa.
Il verdetto finale lo emetteranno i cittadini di Minturno, che si spera possano indicare attraverso il loro voto dei consiglieri comunali che non abbiano mai avuto nulla a che fare con il sistema amministrativo appena descritto e che rappresentino veramente il “nuovo”, non il riciclaggio derivante dal trasformismo politico, come il salto della quaglia fra i vari schieramenti. Il Sindaco invece dovrebbe essere il garante di un programma politico condiviso, una figura integerrima, con la schiena dritta, che possa fungere da arbitro super partes nella gestione della Res Pubblica e che vigili affinché le regole della trasparenza siano rispettate da tutti. Auspichiamo che dalle urne esca un nome che porti valore aggiunto alla coalizione che, anche grazie alla nuova Sinistra Italiana, stiamo formando.