Era abbandonato a se stesso. In condizioni infernali: una spalla lussata, la scabbia, una parassitosi sottocutanea ai piedi, causa principale dell’odore pestifero che emanava il suo corpo. Ogni giorno era lì, alla stazione ferroviaria, seduto su una panchina. Ogni tanto chiedeva l’elemosina. Placido, mai un gesto aggressivo. C’è chi guardava a lui con paura, chi con ribrezzo, chi con umana compassione. Oggi Luigi (nome di fantasia) sta meglio. E’ ospite di una casa d’accoglienza in provincia di Frosinone. E’ ripulito e sottoposto a cure costanti, farmacologiche e psicologiche. Ha accettato di abbandonare la vita raminga per volersi un po’ più bene: mangiare, lavarsi, dormire in un letto, ricostruire una vita…