Pendant era uno dei “Fast Feed Music” di Sheffer (episodi musicali da un minuto, che pubblica regolarmente sul suo profilo Instagram). In origine la canzone, era stata pensata con una batteria molto semplice, tra cassa dritta, hihat in levare e un semplice schiocco di dita; il tutto farcito da coretti improvvisati, che, dopo il ritornello, erano stati campionati diventando un drop.
Il brano aveva già un fare 80’s, ma con le chitarre, una linea di basso articolata, un tappeto d’organo e un pizzico di Vocoder, io e Gabriel, l’abbiamo reso esplicitamente Funk, poi arricchito con una strofa aggiuntiva e un’improvvisazione centrale, tra un ritornello e l’altro, dove si alterna la mia voce alla sua chitarra.
Il testo racconta del post di una mia folle notte focosa con una ragazza, per la quale ho perso la testa o, chissà, magari è stato l’alcool a farmelo credere. Fatto sta che il giorno dopo già facevamo finta di non conoscerci, ma fino ad all’ora “vieni qua, mentre giro un Blunt…” S.
L’attitudine di Pendant è decisamente sensuale e se l’ascolti non puoi stare fermo!
Sheffer, alias Daniele, classe ’99, cantautore della provincia di Milano, cresce con un obiettivo ben chiaro in testa: diventare un musicista, anzi, polistrumentista. Inizia a studiare chitarra elettrica all’età di 9 anni per poi passare alla batteria acustica. Collabora a formazioni di band, suonando, ovunque ne avesse spazio e possibilità, fino a giungere alla scelta di intraprendere un percorso da solista. Negli ultimi anni, ha imparato a produrre brani (da autodidatta) per costruire e lavorare al proprio progetto inedito con lo pseudonimo “Sheffer”, come cantante rapper/producer.
«Collaboro con Gabriel Bagini, ottimo musicista, in particolare chitarrista, ma soprattutto grande amico d’infanzia. Con lui porto a terminare il lavoro, aggiungendo dettagli, arricchendo la produzione elettronica con strumenti acustici e non.
Dopo aver avviato il lavoro e trovato a parer nostro la giusta dimensione, entra in gioco Rosa, la mia manager, che ascolta e valuta tutto, figura che organizza al meglio il mio lavoro, la mia testa e mi sprona a fare sempre di più. In lei ho trovato la mia stessa grinta e voglia di fare. Caso vuole che si chiami proprio ”Rosa”, nonché simbolo portante del progetto: la rosa è un fiore che mi ha sempre affascinato, dal colore alla fattezza e rappresenta in tutto e per tutto il mio dualismo lirico con i suoi petali e le sue spine; un lato romantico e uno pungente».
Anche questo singolo “Pendant” rispecchia la sua esagerata voglia di sperimentare e spaziare tra generi.
«Amo il funk anni ’80, il metal ma anche il pop, mi piace rappare e cantare. Quindi, non voglio avere limiti di alcun tipo e voglio sentirmi libero di potermi esprimere come più mi piace.